399 research outputs found

    Natural Right, Providence, and Order: Frédéric Bastiat's Laissez-Faire

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    The paper suggests that Bastiat’s theory of interests, harmony, and the State is rooted in a particular conception of Natural Right, in which the Lockeans and thomistic streams of thought meet. But it also suggests that Bastiat’s interpretation of the role that Providence plays in human events is not able to give a sustainable theory of liberal order. The paper also considers the criticisms to Bastiat’s economic and political theory coming from exponents of classical liberalism, from the Austrians, and from Catholic thinkers of that time, such as L. Taparelli d’Azeglio and M. Liberatore. The conclusion is that although the economic theory of Bastiat is by now obsolete from the conceptual point of view, his political theory and his criticism of the state do remain extraordinarily topical. Cet article suggĂšre que les thĂ©ories des intĂ©rĂȘts, de l’harmonie et de l’Etat de Bastiat sont ancrĂ©es dans une conception particuliĂšre du droit naturel au confluent des pensĂ©es lockĂ©enne et thomiste. Cependant, il suggĂšre aussi que l’interprĂ©tation que donne Bastiat du rĂŽle de la Providence dans les affaires humaines ne dĂ©bouche pas sur une thĂ©orie recevable de l’ordre libĂ©ral. L’article examine aussi les critiques qu’adressent les partisans du libĂ©ralisme classique-tels que les Ă©conomistes autrichiens, les penseurs catholiques de l’époque comme L. Taparelli d’Azeglio et M. Liberatore-Ă  l’égard des thĂ©ories Ă©conomiques et politiques de Bastiat. L’article conclut que le caractĂšre obsolĂšte des thĂ©ories de Bastiat d’un point de vue conceptuel ne remet pas en cause la singuliĂšre actualitĂ© de sa thĂ©orie politique et de sa critique de l’Etat

    The Moral Order of Classical Liberalism

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    In the years following the Second World War an intense debate developed among political philosophers concerning what was thought to be a profound crisis of political theory. This lively debate contained a number of interesting criticisms of liberalism, which was considered partly responsible for not only the crisis of political theory but also the state of decline in Western civilisation, as witnessed by war and totalitarianism. Beyond the extent to which they seem relevant or convincing today, these criticisms formed an important part of contemporary political philosophy and identify a number of unresolved issues within the liberal tradition. They therefore represent an interesting starting point in investigating how a revival of liberalism occurred in the post-war years; and more generally when trying to better understand liberalism, that is, a tradition of thought as rich as it is diverse – and for this reason often contradictory. The purpose of this chapter is to radically challenge the thesis of liberalism’s responsibility for the “ethical crisis” of Western civilisation and to argue that the classical liberalism of the twentieth century is a political philosophy that confronts these issues by giving them a new vision and definition, thus opening a new important page in the philosophy of politics. Here I attempt to analyse how classical liberal theory, far from being a relativist position, is an effort to elaborate on a political philosophy which offers a response to the classic questions of that discipline

    L’eredità di Bruno Leoni

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    Riflessioni sul potere. Un confronto tra Bruno Leoni e Michael Foucault

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    Bruno Leoni e Michel Foucault sono stati senza dubbio due pensatori diversi, e i loro destini non si sono incrociati. Eppure, ferme restando delle importanti differenze, entrambi riflettevano su una dimensione del potere che non fosse (solo) quella statale, ma che partisse dagli individui e dai loro rapporti, dalle loro relazioni. Muovevano entrambi da una forte insoddisfazione per il concetto di sovranità, per la teoria del contrattualismo e per la concezione formalistica del diritto. Erano entrambi convinti che si dovesse guardare ai reali rapporti tra individui per comprendere cosa sia il potere, e che si dovesse partire “dal basso”, dalle manifestazioni concrete e individuali (o locali, per usare la terminologia foucaultiana) del potere per capire cosa sia la società e come sia possibile comprendere, analizzare, dare ragione del problema dell’ordine sociale. Nessuno dei due ha scritto un libro organico sul potere, e nessuno dei due ci ha lasciato una teoria compiuta del potere. Entrambi invece si sono concentrati sul funzionamento del potere, su cosa esso produce e su cosa emerge dal potere inteso come relazione tra uomini. In questo senso, pur partendo spesso da presupposti diversi, essi ragionano per tanti versi intorno allo stesso problema, e ci offrono una rappresentazione del potere per alcuni aspetti convergente e una metodologia di analisi che ha interessanti punti di contatto. Una metodologia di analisi forte e innovativa, capace di gettare una luce nuova sullo studio della politica e di alcuni dei suoi concetti chiave, e capace di ribaltare la concezione classica del diritto e della sovranità

    Crisi e rinascita del liberalismo classico

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    Dopo una lunga crisi, che ne aveva non soltanto deteriorato l’immagine ma soprattutto snaturato le fondamenta, il liberalismo, a partire dagli anni Quaranta, rinasce come una teoria politica capace di dare una risposta forte e innovativa ai problemi della società. L’intento di questo lavoro ù dunque cercare di capire in cosa consista la filosofia politica del liberalismo classico e in che termini la sua rinascita, che talora coincide con la riscoperta di radici dimenticate, configuri anche una risposta al problema dell’“ordine politico buono” e una ricerca dei modi in cui perseguirlo. Nella ricostruzione di tale percorso – che prende le mosse da alcune critiche al liberalismo come corresponsabile dei mali della “modernità” – i passaggi chiave sono rappresentati dall’analisi della crisi e della trasformazione della teoria liberale, dalla riflessione sulla natura e sulle cause del totalitarismo, e dalla chiarificazione del controverso legame tra liberalismo e democrazia. Muovendo da questi temi gli esponenti del liberalismo classico configurano così un modello di ‘ordine spontaneo’ che, rifiutando di identificare la politica con lo stato e con le scelte collettive, giunge a mettere in discussione il ruolo della coercizione nella vita politica

    Il conservatorismo britannico dalla Thatcher a Cameron

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    Bruno Leoni

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